“Dopo il bando dell’Unione europea nelle zone umide di tutto il continente, approvato a fine 2020 e in attesa del recepimento da parte dei singoli Stati membri, dobbiamo procedere alla proibizione delle munizioni al piombo in tutte le forme di caccia sul territorio europeo. In Europa il percorso è già avviato ma bisogna affrettarlo”.
Lo afferma la Lipu-BirdLife Italia, commentando i dati della ricerca pubblicata nei giorni scorsi dal Parco nazionale dello Stelvio che riporta numeri drammatici relativi a quattro specie di rapaci – aquila reale, grifone, avvoltoio monaco e gipeto – in quattro Paesi europei: Italia (con esclusione della Sardegna), Francia, Svizzera e Austria.
La pericolosità del piombo rilasciato nell’ambiente dall’attività venatoria è risaputa e i dati della ricerca, pubblicata sulla rivista Stoten (Science of the total environment) – e realizzata tra il 2005 e il 2019 dal Parco nazionale dello Stelvio e dalla Provincia di Sondrio in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e, inoltre, di Ispra – lo confermano in modo drammatico: su 252 aquile e avvoltoi raccolti feriti o morti dai Pirenei all’Appennino, più di un quarto aveva nei tessuti concentrazioni di piombo indicative di avvelenamento acuto, mentre ben il 44% mostrava valori di piombo superiori al normale.
Come noto, il piombo viene ingerito dai rapaci i quali si nutrono delle carni di animali selvatici colpiti dai cacciatori o delle viscere che i cacciatori stessi abbandonano nell’ambiente, dopo aver prelevato le carni dall’animale.
“Le ripercussioni sui rapaci, alcuni dei quali vivono uno stato di conservazione sfavorevole, sono molto gravi, fino a mettere in pericolo la sopravvivenza della specie in quell’area – commenta Claudio Celada, direttore area Conservazione della natura della Lipu – Solo sostituendo le munizioni con materiale atossico si potrà fermare questa grave emergenza, pesantemente additiva rispetto ai già ingenti danni diretti della caccia”.
La Lipu stima che siano tra le 21mila e le 27mila le tonnellate di piombo disperse ogni anno nell’ambiente degli stati dell’Unione europea a causa dell’attività venatoria.
“Dopo il bando al piombo nelle zone umide approvato a fine 2020 nel territorio dell’Unione europea, per il quale da oltre 20 anni ci battiamo insieme al network di BirdLife International e per il quale vigileremo affinchè anche l’Italia possa recepirlo in modo rapido e completo – aggiunge Celada – è ora di estendere il divieto di utilizzo del piombo in tutte le munizioni da caccia e attività venatorie. Sarebbe una decisione saggia e urgente per tutelare i rapaci, gli altri uccelli selvatici e l’intero l’ambiente nel quale viviamo. Gli organismi europei hanno già avviato il percorso, ma in questi giorni la Lipu sta chiedendo di affrettare il percorso i danni sono troppo seri per perdere altro tempo”.
Foto di Michele Mendi